mercoledì 29 maggio 2013

HENRIK SCHWARZ, DETTMANN | WIEDEMANN, DIN - Masse - Ostgut Ton

Discosafari - HENRIK SCHWARZ, DETTMANN | WIEDEMANN, DIN - Masse - Ostgut Ton

Gesamtkunstwerk, l'opera d'arte totale, è un termine usato per la prima volta da Richard Wagner per rappresentare il teatro antico greco e indica l'ideale di teatro in cui convergono musica, drammaturgia, poesia e arti figurative al fine di realizzare una perfetta sintesi delle diverse arti. La Ostgut Ton, label che meglio rappresenta la scena techno di Berlino, della Germania e forse dell'Europa intera, si apre alle arti 
(e non è la prima volta) per presentare MASSE, progetto che, distaccandosi dalla cosiddetta scena dance da club o da centrale elettrica che sia, convoglia musica, immagini, balletti e composizioni. Danza contemporanea, questa, diretta da tre diversi coreografi ai quali sono stati associati tre diversi musicisti per comporre le musiche,
 un pittore che si occupa della scenografia e la compagnia di danza della Staatsballett di Berlino; il tutto nella location della "Halle am Berghain". Questo è il Gesamtkunstwerk moderno creato dalla Ostgut Ton. Ma chi sono i produttori che hanno composto le musiche per lo spettacolo? Ostgut Ton non si è dovuta spostare di molto per cercare i nuovi compositori di musiche per balletti del 2013, le è bastato addentrarsi all'interno del "buio" Berghain e del "soleggiato" Panorama Bar per chiamare a se alcuni dei migliori artisti attivi nella scena elettronica europea: Henrik Schwarz, Dettmann - Wiedemann e il progetto, creato apposta per l'occasione, DIN (Efdemin e Marcel Fengler). L'apertura dello spettacolo spetta ad Henrik Schwarz, un veterano della scena tedesca noto per i suoi live e per le sue collaborazioni con Ame e Dixon (A Critical Mass) e già produttore per note etichette come !K7, Innervisions e Sunday Music (etichetta di sua proprietà).


 Discosafari - HENRIK SCHWARZ, DETTMANN | WIEDEMANN, DIN - Masse - Ostgut Ton


Non conoscendo il progetto, quando ho schiacciato play per sentire le tracce, mi immaginavo ben altro rispetto a quello che poi si è invece rivelato... Il disco si apre con il brano "Unknow Touch": il suono di una chitarra, una chitarra ben ritmata che apre le danze, archi ed atmosfere a tratti oscure che con il loro evolversi preannunciano quello che poi sarà l'evoluzione dell' intero progetto. 
Si sentono distintamente le influenze post-rock moderne condite con una buona dose di minimalismo tedesco: un piano che batte, la batteria è praticamente assente, compaiono anche i synth e tra citazioni alla Blade Runner ("I'm Not Responsible For That") e colonne sonore di film inquietanti. Si arriva alla sua ultima traccia "Couple Are Strong" dove nuovamente un piano struggente chiude il primo atto. Eccoci alla seconda parte dello spettacolo: le porte per l'oscuro sono state aperte, Schwarz ci ha mostrato la strada, ora tocca a Dettmann e Frank Wiedemann farcela percorrere. Marcel Dettmann è probabilmente il massimo esponente delle scena techno berlinese (insieme a Ben Klock), proprietario della MDR Records, ha ormai contagiato tutto il mondo con i suoi dj set travolgenti impregnati di sound industriale e assolutamente scuri. Frank Wiedemann è metà del progetto Ame e fondatore della etichetta Innervisions insieme a Dixon. 
Non mi risultano precedenti collaborazioni tra di loro, ma credo che i due produttori abbiano trovato immediatamente la sintonia per produrre i loro tre pezzi per lo spettacolo. I suoni sono più scuri, più elettronici e sintetici, rispetto alla "musicalità" tipica "schwartsiana". Sin dal primo pezzo si entra subito nella buia caverna che i due producer hanno costruito per il balletto: bolle elettroniche e ritmi sincopati la fanno da padrona, c'è una sorta di attitudine progressiva nella composizione, aumenta la ritmica, il brano "Martellato" lo si può addirittura mixare ed utilizzarlo come tappeto per basi ritmiche più consistenti! La loro ultima traccia "Spiritoso" è un po più musicale e melodica, i suoni sono più delicati, le atmosfere sono forse un po più colorate, ma il senso di "pesantezza" e di "inquietudine" persistono. Terza ed ultima parte dello spettacolo, ecco presentarsi a dirigere le danze il progetto DIN, creato per l'occasione da due dei produttori che maggiormente amo e seguo. 
Efdemin e Marcel Fengler. Il primo è produttore per le etichette Perlon, Dial e Naif, il secondo è alfiere della Ostgut Ton e resident del Berghain dove spesso si esibisce con i suoi dj set lunghi anche 8 / 9 ore. 
Il loro atto si apre nuovamente con un preludio in piano e, manco a dirlo, anche in questo caso la scuola classica tedesca si fa sentire: composizione minimale e sincopata, due minuti per aprirci nuovamente la strada verso la fine dello spettacolo.

Discosafari - HENRIK SCHWARZ, DETTMANN | WIEDEMANN, DIN - Masse - Ostgut Ton


A differenza degli altri artisti DIN ha inserito la sezione ritmica nei brani composti (senti in Creation, Variation e Conclusion): compaiono le drum machine, si sente un clap, qualche hat sfarfaglia di qua e di la. L'atmosfera rimane assolutamente non allegra, i suoni sono scuri, qualche campione di voce sussurra e "sputa" aria malsana, la cassa non è mai "dritta". I pezzi sono legati l'uno all'altro, all'ascolto sembra una unica suite, si alternano ritmi spezzati, IDM e ambient noise.
 Si arriva a "Conclusion", l'ultimo pezzo, il cui sinth che accompagna l'intero brano mi ricorda alcuni suoni di Moby. Un bagliore di luce si apre all'orizzonte...forse siamo arrivati alla fine! Un album bellissimo che ho trovato difficile da interpretare perché purtroppo non ho avuto la fortuna di vedere lo spettacolo con le sue coreografie e scenografie. Immagino sia stato molto d'impatto, le musiche sono coinvolgenti e credo che in una location come l' Halle am Berghain il tutto venisse ancora di più enfatizzato. I produttori si sono dimostrati all'altezza del nome che li precede: non credo sia da tutti riuscire a creare musiche per uno spettacolo ed ancora di più riuscire a rimanere con il proprio stile pur sperimentando nuovi generi.
 Ostgut Ton colpisce ancora e dimostra come la musica elettronica, troppo spesso catalogata in un mero onomatopeico "Tunz Tunz", si possa plasmare per le arti e come questa sia oggi la rappresentazione della musica moderna. Uno stile ed un'attitudine alla quale tutti dovrebbero ispirarsi, la musica è arte e spesso è "totale". Il Gesamtkunstwerk è stato creato.


Alessandro Gambo





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