venerdì 19 aprile 2013

DEADBEAT - Primordia Ep - BLKRTZ

Discosafari - DEADBEAT - Primordia Ep - BLKRTZ

Deadbeat è competenza allo stato puro, non c'è storia.
Canadese, sound engeneer, ha lavorato nel mondo della creazione di strumenti musicali digitali per la Applied Acoustics Systems. Insoddisfatto, nel 2001 decide di lasciare tutto e diventare musicista vero a tempo pieno. Mai scelta fu più azzeccata: in 15 anni di musica etichette come Wagon Repair, Echocord e Scape pubblicano decine di tracce, album e eps accogliendo le sue ricerche basate sulla dub e la techno strictly minimal.
Owner dal 2011 dell'etichetta BLKRTZ, Scott Monteith (questo il suo vero nome) ha costruito con essa un piccolo e personalissimo laboratorio di ricerca, una piattaforma sulla quale poter dirottare e dar spazio al suo lato più sperimentale ai limiti dell'analitica.
Si perché di analitica bisogna parlare, di numeri applicati al rumore, di calcolo acustico e incognite velate la cui soluzione è sempre un suono cupo ed elettrico allo stesso tempo.
La sesta ed ultima release di Deadbeat su BLKRTZ, chiamata con l'esemplificativo nome di "Primordia", svela questo connubio rumore-numeri fin dalla copertina, sulla quale campeggia trionfante la famosa Elica del Pi-Greco. Numero perfetto in natura, punto di riferimento delle proporzioni artistiche, la raffigurazione del famoso numero irrazionale è un segnale forte e per niente velato, quasi ad avvisare l'ascoltatore della peculiarità sulla quale vertono le sonorità di Scott.
Doppio Lp per 7 tracce complessive, nel primo disco il crescendo è lampante. Si passa dalla strumentale "Pubblic Inspiration", degna introduzione al mondo "Deadbeatiano", al dub hypertechno di "Jaffa Dub" fino ad arrivare al noise-tech di "Peripheral Artifacts" e "Elder Drums", in cui la carica dance prevale senza rinunciare al gusto per la ricerca effettistica, overclockando micromelodie di riverberi ed echi lontani.
Il secondo disco invece si apre con la mastodontica "As We Conquer", la cui lunghissima durata (oltre i dodici minuti) è giustificata da un arrangiamento curato fino all'ossessione dove le microparti dell'intera composizione si alternano in un saliscendi claustrofobico immerso costantemente nella nebbia opprimente del basso riverberato. Sinfonia minimale in cui, incredibile ma vero, fascino ed angoscia coesistono perfettamente.
Le due tracce rimanenti,  "Minus Fourty Madness" e "Sunday Morning", chiudono l'uscita ripercorrendo i percorsi sviluppati nelle precedenti produzioni, trascinando definitivamente l'ascoltatore in un plumbeo abisso in cui, in fondo, anche i numeri possono essere un affidabile e rassicurante compagno. 
Abisso e numeri, ecco il mondo di Deadbeat. Lasciate ogni speranza, voi ch'entrate.


Andrea Thelonious

Traclist: 

A1 - Public Inspitation
A2 - Jaffa Dub
B1 - Peripheral Artifacts
B2 - Elder Drums
C1 - As We Conquer
D1 - Minus Fourty Madness
D2 - Sunday Morning

Discosafari - DEADBEAT

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