martedì 25 ottobre 2011

Bjork | Biophilia

Bkjork, biophilia cover album
Qualche giorno fa ho acquistato un peluche a forma di orso da regalare alla figlia di una amica. Sorprendentemente non riuscivo più a liberarmene. Mi ci sono affezionata a tal punto da giocarci continuamente, lo portavo con me ovunque e ovviamente lo abbracciavo durante il sonno. È stato come tornare per un paio di giorni bambina, immersa nell’immaginario infantile delle avventure di un orso. Non so cosa mi spingesse a ricreare in farsetto la sua voce, a travestirlo o a scimmiottarlo come fosse un essere davvero vivente, ma ne ero rapita. Adoravo quel suo non voler imitare un orso. Non era il solito Teddy Bear, ma assomigliava verosimilmente al musetto dell’animale cucciolo. Ed era in vendita in un negozio di arredamento, luogo frequentato per lo più da bambini cresciuti. Separarmene è stato a suo modo doloroso e mi ha costretto a riflettere sulla vicenda.

In che modo un’idea, se considerata in un contesto diverso, riesce ad adattarsi ad un pubblico diverso facendo leva sugli stessi sentimenti? Lo sa molto bene Bjork, la pioniera dell’avanguardia musicale, come funziona in questi casi. Con il lancio del suo ultimo progetto musicale Biophilia, un complesso scrigno di applicazioni multimediali, videogames interattivi, e solo alla fine brani musicali, ancora una volta il folletto del nord stupisce tutti. Amanti dell’Ipad e non. Non solo presenta un album parzialmente registrato attraverso un tablet ma regala a tutti i suoi fan un nuovo tipo di esperienza musicale. Musica da ascoltare, ma soprattutto da vedere, e da giocare.
Ogni canzone del nuovo album è infatti proposta attraverso un'app che contiene un videogioco del brano, la possibilità di ascoltare la canzone seguendo lo spartito integrale che scorre su un pentagramma, la versione strumentale e, ciliegina, un'analisi critica del testo. 
Anticipa e offre alla creatività dei suoi ascoltatori molto più di dieci brani musicali. In qualche modo cerca di intrappolare l’attenzione del suo pubblico in un sistema ipertestuale che non concede distrazioni, quindi se prima ascoltavi Bjork sotto la doccia, ora l’app di Biophilia/Cristalline ti inchioda all’Ipad per più di mezz’ora.


La riuscita di un progetto musicale, da Bjork in poi, non si misurerà più in composizione, sperimentazione, innovazione, complessità, intensità, e timbro. La qualità di un album è ormai legata alla potenzialità di rimaneggiamento delle tracce, alla possibilità di rielaborazione dei remix, all’applicabilità dei files musicali in altri contesti, all’offerta multimediale che propone. Un album non è più un mero contenitore di musica, ma diviene un contenitore di contenuti, di apps, tarato sul numero di esperienze di realtà differenti che riesce ad offrire.
Bjork in questo modo non stupisce più solo gli intenditori di musica, ma anche gli appassionati di visuals, i creativi, gli amanti dei videogiochi, i devoti alla grafica vettoriale, i compositori, i videomakers, i tablet users, il social marketing, l’industria dell’intrattenimento e il business discografico, ridefinendo il concetto stesso di ascolto. Bjork prende un orso, lo rende interessante per un pubblico diverso e lo mette a disposizione in un contesto che sappia esaltare le sue nuove qualità. Chi vede quell’orso prova la stessa sensazione di quando ha sentito Bjork per la prima volta: Amore. E non può più farne a meno.
posted by Federica Flux Rottenmaier 

Bjork - Biophilia
Polydor, Universal International
2011

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