lunedì 4 aprile 2011

Stateless | Matilda

Il quartetto di Leeds lo scoprii grazie ad Alessio Bertallot, che una sera, ricordo come fosse ieri, mentre percorrevo viale Forlanini, passò in radio un pezzo che trovai meraviglioso sin dal primo ascolto, con quel suono che richiamava forse i primi Coldplay, ma che dentro le melodie più scanzonate, aveva i colori dell’elettronica più raffinata. Era il 2007 e quell’album omonimo lo suonai più e più volte fino quasi a dimenticarmelo.
Qualche settimana fa invece incontrai  “Matilda”: un Cd bello sin dalla copertina, con quelle tinte rosse carminio che mi hanno riportato a quella delicatezza dell’album di un’altro artista che in quel periodo imparai ad amare: Paolo Benvegnù. L’album era “Piccoli fragilissimi film” che cito proprio per cercare di sottolineare la gentilezza della musica in questione.

Matilda (uscito su Ninja Tune) infatti è un lavoro che miscela con grande sapienza disparati tipi di sonorità, come l’elettronica, il dubstep, il folk a tratti.. con quelle linee mediorentali che rendono queste sonorità magiche per l’ascoltatore. 
E per una volta concedimelo, non voglio concentrarmi su un singolo o quell’altro, proprio perché su “Ariel” potrei scrivere forse l’intero primo capitolo di un tomo...


Voglio invece cercare di far trasparire la bellezza di tutta la sua totalità difficilmente descrivibile nella sua imponenza artistica. E’ il mio gusto personale, s’intende; a qualcuno potrebbe sembrare qualcosa di già pervenuto sulla Terra: ma è proprio questo che mi affascina così tanto. Il fatto che sembri nella sua interezza qualcosa di completamente già visto, udito, qualcosa di cui si è già parlato nei nostri discorsi. Ma canzoni come “I’m on fire” sono qui a dare man forte alla mia tesi che punta su una componente umana importante, tanto da sfondare violentemente le porte dell’intimità.
 “Matilda è penetrante, coinvolgente, sinuosa, arcaica, deviante”.
E’ eccentrica, è adolescenziale, soprattutto quando le frequenze basse oscillano tra le percussioni. E’ vitale e rigogliosa quando la voce del cantante esplode con tutta la sua delicatezza.

E’ per questo che mi sono permesso di scrivere una mail ad Alessio, pur non avendo tutta questa confidenza, ringraziandolo per avermi fatto accedere prematuramente a un mondo, quello degli Stateless, che forse come nessuno incarna il pianeta delle sonorità da sempre portare avanti dall’importante speaker radiofonico. E’ questo infatti l’album che incarna la quinta essenza di una trasmissione come B-Side, luogo a cui ho sempre guardato con ammirazione sin da ragazzino proprio per la capacità creativa del suo ideatore nel mischiare tra loro i diversi stati d’animo della musica contemporanea. Perché purtroppo quando si parla di elettronica si pensa sempre alla techno, alla musica da ballo, dimenticando che negli ultimi vent’anni sono stati e sono proprio gruppi come Massive Attack, Almamegretta qui in Italia, o gli stessi Radiohead (a cui i quattro si rifanno) a portare avanti con decisione la sperimentazione musicale.
Mi sbilancio nel concludere (per quello che può importare) affermando che questo è uno di quegli album che segnerà un profonda linea di confine con gli anni zero, che abbiamo ormai da tempo alle spalle.. Matilda è sublime e raffinata. Matilda è u’incontro fortunato. Matilda è un album che incarna la femminilità, l’eleganza dell’animo umano in generale. Matilda, e te lo dico davvero con tutto il cuore, è un album davvero meraviglioso. 
posted by Ivan Minuti


Stateless  - "Matilda"
Ninja Tune 
Febbraio 2011


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