Siamo sempre lì, nella terra natia, nel sacro suolo:
Chicago. Evidentemente non riusciamo ad allontanarci da quel luogo ricco
di significati.
Nonostante i due artigiani siano italiani, Ksoul &
Muteoscillator sembra che quantomeno stilisticamente si trovino a più di
10 mila km di distanza.
Mi rendo conto di utilizzare spesso il termine Chicago ultimamente, parola che, se utilizzata con cognizione di causa, rievoca dal punto di vista storico/musicale una "sacra scrittura" da cui etichette e artisti (soprattutto) non si stancano mai di attingere. Questa pare infatti l’impressione relativa ai primi due pezzi: dopo un’Ep tipicamente acido uscito nel 2012 ("Aphrology") anche qui vediamo la cupa acidità di un basso penetrante e linea di sintetizzatore che rievocano i profeti della terra promessa, da Boo Williams a Glen Underground; tutto questo con il classico accompagnamento di una batteria grezza e battito profondo in 4/4.
Mi rendo conto di utilizzare spesso il termine Chicago ultimamente, parola che, se utilizzata con cognizione di causa, rievoca dal punto di vista storico/musicale una "sacra scrittura" da cui etichette e artisti (soprattutto) non si stancano mai di attingere. Questa pare infatti l’impressione relativa ai primi due pezzi: dopo un’Ep tipicamente acido uscito nel 2012 ("Aphrology") anche qui vediamo la cupa acidità di un basso penetrante e linea di sintetizzatore che rievocano i profeti della terra promessa, da Boo Williams a Glen Underground; tutto questo con il classico accompagnamento di una batteria grezza e battito profondo in 4/4.
Con i tre lavori che usciranno a breve su Dekmantel
(etichetta olandese) i due italiani creano una linea di continuità ben
precisa con l' Ep precedente, continuando a fare quello che più gli
riesce bene: far ballare.
A conclusione di questo progetto, "Detrance", una sensazione quasi "downtempo" sotto i 100 bpm.
Riccardo Noego
Tracklist:
A1 - Soul Hell
B1 - Stinger
B2 - Detrance
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