“Io che avrei voluto esserci, ma è come se ci fossi stato”Io interpreto, suono e risuono. Eseguo, leggo, improvviso. Consulto e divago. Note, accordi, filosofie. Interpreto e reinterpreto: a mio piacimento, divago. Aggiungo monete, batterie. Tic Tac è il suono. La marca, la scatola di plastica di pacchetti di caramelle. Sottili come corde metalliche di pianoforti a coda, violini, d’oltralpe e nostrani. Corde vibranti milioni di volte, percosse da oggetti di plastica, legno, metallo. Casse di risonanza laccate. Io intuisco, capisco, ricordo nuove sonorità. Io credo in nuove forme di suoni. Non sono programmi, softsynth analogici o multimediali. Sono arcaici, primordiali, rudimentali i rumori che sento, percepisco. Io guardo vibrare, io noto muovere.. verso un’altra decade. Io sento e risento nell’anima nuove forme di armonia. Improvviso, leggo la musica e di nuovo improvviso: il contrario al contrario e viceversa. Io che sono scapigliato e ordinato, io che sono un pianista, un musico, un artigiano. Io che sfioro i semitoni, io che sono stato studente e ora un’artista. Io che so cos’è l’amor. Io che divago ancora, m’invento un nuovo modo di toccare, andare e viaggiare con la musica. E’ musica quella che pervade la mia stanza, mentre suono e ammiri il tuo vinile girare, ruotare, svanire verso la fuga. E’ una sala piena di amanti, fine. Infatuati della musica tutta, classica, d’avanguardia. Chi mi può dire cosa sia realmente? Chi può esprimere chi vi sia dietro questa melodia che dipingo, coloro e finisco con lo sfumare nell’aria? Io che non ti mai detto dove andare, chi seguire. Io arte e tu da un lato. Io eterno e questo disco, che tu hai dimenticato sul sedile passeggero della tua macchina del tempo. Io sono un virtuoso, vivo, reale, contemporaneo e futuro. Io sobbalzo fermo e immobile sul mio sgabello, mentre penso e ripenso a quanta musica ignori. Musica come questa, che riaffiora nella mia mente poliedrica, polifonica. Io che mi chiamo Volker Bertelmann, io che non ti conosco, che non ti conosco ancora.
“Io che avrei tanto voluto esserci, ma è come se ci fossi sempre stato”
posted by Ivan Minuti
Hauschka - “Salon des amateurs”
2011 - Label: 130701
figo! non conoscevo!
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