martedì 8 febbraio 2011

Discodeine | Discodeine

Ascoltiamo musica dalla mattina alla sera. Lo facciamo con forza e passione sfrenata, alla ricerca dei suoni che ci fanno saltare per aria.
Dalla mattina alla sera, a volte anche troppo velocemente, ascoltiamo vinili, cd e files, tanti files, troppi files, ma nelle giornate che trascorrono veloci tra cambi e riassortimenti di scaffali pieni di musica giustissima - ma giustissima per una settimana, balzi dalla sedia con qualcosa che già dal primo ascolto lascia il segno.

C'è da dire che uno dei due soggetti in questione (Pilooski e Pentile) non è certo nuovo alle orecchie di molti. Una lunga lista di remixes, re-edits, covers (eccetera eccetera) aveva già fatto assaporare tutto lo stile inconfondibile del francese. Ma è la prova sul lungo tragitto che lascia il segno.
In un inizio duemilaundici nel quale solo la parola "Anni '90" sembra essere degna di attenzione, i due lasciano tutti quanti una spanna indietro, sicuramente in quanto a ispirazione, freschezza di suoni e melodie e non ultimo efficacia sul dancefloor (pur sempre di dance-music stiamo parlando).
Dopo i quasi 6 minuti che già ben conosciamo, comincia dunque l'esplorazione: "Falkenberg" ripulisce il suono denso di "Singular" e ci riporta sul pianeta Terra con un equilibratissimo guazzabuglio percussivo a fare da orizzonte ad un morbido risveglio mattutino.
E' dalla terza traccia che entriamo davvero nel mondo "Discodeiniano". La collaborazione con Baxter Dury (figlio del ??? Ian Dury)  ci porta in un sogno fatto di nuvole di cioccolato e crema alle fragole (detto anche fame chimica). Le pulsazioni elettroniche non tardano però ad arrivare, "Antiphonie" introduce un' intensa ripartenza con pesanti grooves che si fanno sentire per un paio di tracce, per poi culminare in "Grace", traccione gonfio di melodie non-sense e drumming feroce.
L'atterraggio dopo il volo è morbido, "Homo-Compatibile" non ci fa sbattere la testa ma allo stesso tempo ci lascia dentro la carica.
Il Viaggio procede visionario e cavernoso con “Relapse “ ; ondeggiamo sulla sedia della follia ipnotica contando carte senza valore pregando di continuare a vedere la luce per risincronizzarci euforici al french touch di “Inverte”, fresco e spensierato.
Sempre di sincro si parla, e a ricordarcelo c'è Mr. Cocker, che presta il suo distaccato approccio alla forma canzone creando un inno già consacrato dalla sacerdotessa DFA (chi lo sa lo sa).
Figures In A Soundscape vaneggia tribaleggiando e alla fine sei come espiato da tutti i tuoi peccati,
nei secoli dei secoli
Amen
posted by Kollektiv Smokeless
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Discodeine : " Discodeine"
Dirty records
11 febbraio 2011

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