Will Sessions è l’ennesimo volto di Detroit, quella motor town patria della black music che non finisce mai di sorprenderci. Giovane ensemble di otto elementi capitanato dal trombettista e arrangiatore Sam Beaubien, Will Sessions raccoglie un’eredità preziosa e ci dimostra nell’ampiezza stilistica della sua produzione (hip-hop, jazz, funk...), come le molte facce di Detroit abbiano un’unica anima.
Kindred, l’album appena uscito su The Few è un tributo ai maestri del jazz-fusion, a maestri come Miles Davis, John Coltrane, Sun Ra...
A rimpolpare i già numerosi Will Sessions per l’occasione ci sono professionisti come Wendell Harrison e Jeremy Ellis; Harrison, volto noto di Tribe, presta il sax nella title track, uno struggente cool jazz dove la jam session si evolve continuamente, producendo attraverso il ritmo e il dialogo degli strumenti un sogno jazz che vorremmo non finisse mai.
Anche ‘Seven Miles’ ha lo stesso potere di ‘Kindred’, ma qui il ritmo è vellutato e ci accarezza, registrato dal basso, elemento chiave di un groove sotterraneo senza posa, mentre gli altri strumenti disegnano atmosfere delicate che crescono rompendosi progressivamente sul suono del vento che ha accompagnato la jam session.
‘Kindred’ merita un ascolto approfondito e del tempo: le tracce hanno la (rara oggi, purtroppo) capacità di trasformarsi, regalandoci l’inatteso.
Le recenti collaborazioni del gruppo con Slum Village, Mayer Hawthorne ed altri grossi calibri, nonché il background dei guest Harrison e Ellis (quest’ultimo poliedrico musicista con all’attivo releases su Transmat, Guidance e Ubiquity) ci aiutano a comprendere la grandezza della cultura musicale afro-americana, e come il suo legame con le moderne forme di musica da ballo sia indissolubile.
posted by Francesco Soragna
Will Sessions - "Kindred"
Few Records 2010
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