Ho scoperto Florence + The Machine compiendo il mio rituale rastrellamento di musica dalla mia amica Laura. Mi regala l’album dicendomi “questo ti piacerà di sicuro, non lo mollerai più”. E così è stato. Quel cd è stato ascoltato, consumato, vissuto, strapazzato, diventando il mio “buongiornomondo” per più di un anno e la colonna sonora di mille situazioni.
Florence and the Machine, nasce dall’unione della voce di Florence Welch e un gruppo di artisti che collaborano con lei al fine di creare musica su misura per la sua voce.
Florence Leontine Mary Welch nasce a Londra il 28 agosto 1986. La madre, scrittrice e assidua frequentatrice dello Studio 54, il padre un noto pubblicitario, il nonno vice-direttore del Daily Telegraph. A scuola era il “personaggio strano” che leggeva Poe e Jack The Ripper, ascoltava i Velvet Underground e faceva disegni gotici. Ma oggi è felice e ammette: “è davvero il mio lavoro ideale” dice “amo cantare, amo ballare, amo suonare la batteria. Il fatto che qualcuno mi paghi per farlo è davvero incredibile”. Si avvicina alla musica all’età di 13 anni ascoltando band come Hole, Nirvana, Green Day, Kate Bush, Annie Lennox e The Velvet Underground. Nel 2006, dopo aver cantato con i Toxic Cockroaches e gli Ashok, decide di scrivere i propri pezzi e creare una band tutta sua collaborando con Robert Ackroyd alla chitarra, Christopher Lloyd Hayden alla batteria, Isabella Summers alla tastiera, Mark Saunders al basso e Tom Monger all’arpa.
Il gruppo comincia a farsi notare nei piccoli locali di Londra con il nome Florence Robot is a Machine fino a che Mairead Nash, una delle componenti del duo Queens of Noize, decide di far da manager al gruppo.
Frutto di questa collaborazione è l’album di esordio, “Lungs”, datato 2009 (cui seguono versioni acustiche di alcuni brani, peraltro fantastiche, e qualche nuova traccia come “Heavy in your Arms” scelta come colonna sonora per uno degli episodi della saga di Twilight), pregno di immagini gotiche e voli di fantasia, è fatto di arpe, cori, percussioni, quartetti d’archi, sottili influenze elettroniche, fra i silenzi, parla d’amore, di morte, di sangue, luna, vetri rotti, sentieri, stelle, caffè, acqua ...
Nel luglio 2010 sono fra gli artisti ospiti del Milano Jazz’n Festival, sul palco insieme a Paolo Nutini. Inutile dire che ne rimango ancora maggiormente affascinata. La chioma rossa di Florence, vestita di bianco, tiene il palco muovendosi come una fattucchiera, con quella voce naturalmente potente e infinita.
Per fortuna, il 31 ottobre la (mia) trepidante attesa è finita. Dopo due anni di silenzio, o quasi, Florence + The Machine ritorna con un nuovo album, “Ceremonials”. Le dichiarazioni rilasciate prima della pubblicazione del nuovo disco, lasciavano già presagire l’atmosfera mistica del lavoro
“il secondo disco sarà molto più dark del precedente, si parlerà di aldilà, di presenze, di cari defunti che ritornano in sogno e fantasmi. Mi trovo in un momento in cui sono piena di metamorfosi, è come se volessi conoscere meglio la parte oscura”Florence Welsh, in un’intervista ha confessato che il primo singolo estratto dal nuovo album, “Shake it Out”, è stato scritto in un momento di post-sbornia, momenti nei quali lei stessa ammette
“You’re lucid, but you’re not really there. You’re floating through your own thougts, and you can pick out what you need. I like those weird connections in the universe. I feel that life’s like a consistent acid trip, those times when things keep coming back”.Quando ho scartato il nuovo album ero eccitata come una bambina al parco giochi in attesa di addentare la nuvola rosa di zucchero filato. Poi, finalmente, le cuffie del mio iPod hanno iniziato a trasmettere la prima traccia, poi la seconda, dritte fino alla dodicesima. Partito un brano acceleravo la riproduzione, memorizzavo le note ricorrenti, acciuffavo qualche parola, poi saltavo alla traccia successiva...
Unica eccezione per “What the water gave me”, ascoltata a ripetizione in anteprima su Youtube. Le prime note sono già, per me, pura energia, mi solleticano i nervi. Il video è una liberazione, un collage dei momenti della registrazione, un’esaltazione di quella voce che, quando inizi a percepirne le vibrazioni, non puoi far altro che muovere le tue labbra per catturarne l’energia.
“I want my music to sound like throwing yourself out of a tree, or raff a tall building, or as if you’re being sucked down into the ocean and you can’t breathe. It’s something overwhelming and all-encopassing that fills you up, and you’re either going to esplode with it, or you’re just going to disappear”Sì, questo è esattamente quello che si prova! Torna presto a trovarci a Milano.
P.S. se vi piace Florence, come piace a me, andate da Serendeepity e chiedete di “Austra” e “Barbara”, non ve ne pentirete!
posted by Rirri
Florence + The Machine - Ceremonials
2011
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