lunedì 30 settembre 2013

VOLTA CAB - I Cannot Sleep - Voyeurhythm Records


Konstantyn Isaev aka Volta Cab: questa volta mi capita tra le mani lui con il suo "I cannot Sleep", Ep quattro tracce uscito su Voyeurhythm
Durante la fase di ricerca che precede la recensione, come sempre, cerco di documentarmi al meglio ricercando più informazioni possibili venendo a conoscenza di un personaggio ambizioso: giovane producer ucraino d'istanza in quel di Dnipropetrovsk,  cita come "maestri", od a dirla in inglese "Influences",  nomi come Chez Damier, Motor City Drum Ensemble, Underground Resistance. Ah, Nobili intenti!
Del resto il richiamo a connotati per così dire "classici" è chiaro sintomo (inconsapevole o consapevole, dipende) di imitazione / emulazione, basta ascoltare quest'ep per farsene un idea.
"I Cannot Sleep", title track dell'uscita, è un esercizio stilistico di "Warehouse music" diametralmente opposto a "Jamelia", house track dalla spiccata influenza 90's, eppure il flow carico di basse frequenze e riverberi che mira al cuore del dancefloor sembra invece avvicinarle ed accomunarle in contrapposizione al B-side "I remember", inno alla deep house carico di groove che sembra appunto rievocare tempi in cui si poteva davvero dire "House is a feeling", della serie "anche l'house music aveva un anima".
Ecco, dalla conclusione di quest'ultimo periodo occorre però far partire una riflessione, sincera e spassionata: ammettiamolo almeno a noi stessi, il genere è palesemente di fronte ad un bivio che vede, a questo punto per forza, contrapposti lo spirito di emulazione / ispirazione sopracitato (anche dallo stesso Volta Cab) e la voglia di fare qualcosa di nuovo, qualcosa che possa ridare forza a quella spinta propulsiva che ha di fatto permesso all'house music di arrivare in poco più di 20 anni in ogni angolo del pianeta.
 Forse è questo il grande limite dell'house del nostro tempo: stiamo parlando di una musica che al giorno d’oggi sta chiudendo il proprio orizzonte espressivo mettendo delle mura e dei paletti all’interno dei quali rimanere; stiamo parlando di una musica che ormai da più di vent’anni ha nella sua struttura portante il battito costante e un loop di 4/4 che incalza e si ripete.
Ecco, oggi navighiamo nel passato remoto della house a causa dell’impoverimento estetico che questa musica ha ricevuto e sta ricevendo: bisogna lodare i maestri ed avere poi la forza di andare oltre, aprire con il proprio lavoro nuovi orizzonti espressivi; condizione necessaria per il progresso stilistico, per l’evoluzione.
Volta cab su Voyeurhytm, insomma, decide per questa volta (forse per via della giovane età) di non fare "la scelta" con il risultato di consegnarci un ep solido, buono per il dancefloor ma sicuramente non "d'impatto".

Riccardo Noego


Tracklist:

A1 - I Cannot Sleep
B1 - Jamelia
B2 - I Remember




venerdì 27 settembre 2013

DAMIANO VON ERCKERT - Love Based Music - Ava


Love Based Music, ovvero il titolo del primo “solo album” di Damiano Von Erckert, fondatore dell’etichetta AVA che dal 2011, anno di nascita dell’etichetta, collabora con sostenitori del progetto quali Christopher Rau e Ugly Drums costituendo così, nella città di Colonia, un collettivo di artigiani della house music accomunati da simili tendenze estetiche. 
Ma è l’impressione subitanea relativa a questo ultimo solo album, la visione d’insieme che esso ci offre, ad essere il tratto distintivo della release. 
Ogni traccia costituisce una concentrazione timbrica dal colore forte e dal forte carattere che, inevitabilmente, lascia precisi ricordi nella mente di chi ascolta.  Agglomerati timbrici d’impatto ciascuno all’interno di un genere distinto, a partire dalla disco / soul di "Hollywood", traccia in collaborazione con Georgia Anne Muldrow ed espressione perfetta ed esemplare dei late 80’s, anni in cui nasce Von Erckert.
Si approda poi al suono più "90’s" di "Housem", che inevitabilmente crea una linea di continuità coi maestri del campione in 4/4 utilizzato per la costruzione delle tanto notorie canzoni house "old school" - mi riferisco a Sneak, Kenny Dope e altri - per poi finire impiastricciati nelle note dell'hip hop tendente al chill di "Sweet and Kind", splendida nel suo campione vocale tipicamente soul classico.
Insomma, un "solo album", questo "Love Based Music" che nonostante le già viste e riviste - o meglio sentite e risentite - sonorità, le quali dal punto di vista del linguaggio strutturale non sono nulla di nuovo e particolare, impressiona per la sua carica timbrica, facendo colpo non sulle facoltà intellettuali ma su quelle sensitive e grezze, quelle che determinano il movimento fisico chiamato "danza": un po’ l’obiettivo della musica house. Ottimo lavoro Damiano!


Riccardo Noego


Tracklist:

1 - All Good
2 - No Good Times
3 - French Porsche (Drums by Funkycan)
4 - Hollywood feat. Georgia Anne Muldrow
5 - Housem  (Remastered Version)
6 - Adhab Ya Msafiri feat. Imam Ally Salaam
7 - Sweet and Kind
8 - Reelluv feat. Tito Wun
9 - Adhab Ya Msafiri feat. Imam Ally Salaam (MCDE Remix)


mercoledì 25 settembre 2013

SERENDEEPITY 4TH BIRTHDAY PARTY




SERENDEEPITY 4th BDAY CELEBRATION

Mercoledì 25 settembre 2013, quarta candelina!
Siamo davvero entusiasti di annunciare anche quest'anno quella che ormai è diventata una tradizione: Serendeepity celebra il suo compleanno con un grande party in doppia location.

Chi ci conosce sa che abbiamo un solo obiettivo: sorriso in volto, mani al cielo, ricordi indelebili.
Djs, artisti, appassionati, amanti del vintage, designer e creativi, visitatori di passaggio ma soprattutto amici: vi aspettiamo per festeggiare alla grande!

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| First Act |
h18.00 Aperitivo feat. THE BARKING DOGS + AUM BAUM
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| Second Act |

h21.30 ROLL OVER BEETHOVEN
h22.30 ALMUNIA (Live)
h00.00 ROMARE
h02.00 LEO MAS

Jowie (Ripa 90) - Via Ripamonti 90
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FREE ENTRY (prima consumazione obbligatoria 10€)


info@discosafari.com





martedì 24 settembre 2013

PIERRE DEUTSCHMANN - Betroit - Blu Fin

Discosafari - PIERRE DEUTSCHMANN - Betroit - Blu Fin

Blu Fin è sinonimo di bombe da pista. 
L'etichetta nasce a Colonia  nel 2005 e sin dalla prima release ha da sempre adottato la filosofia della "qualità a dispetto della quantità"; un'ardua sfida per cercare di "uscire" fuori dalla massa, sicuramente mediocre, della miriade di nuove label che nascono e che muoiono dopo la prima uscita. La nuova sfida parte da un album, il terzo da quando la label è stata fondata.
 Pierre Deutschmann, veterano e stretto collaboratore dell'etichetta, avrà il compito di guidare la nuova crociata verso il risveglio della scena musicale contemporanea, una nuova missione per non farci sempre abusare della frase "una volta la musica era tutta un'altra cosa".
 L'artista berlinese ha deciso di dedicare il suo album di devozione alle due città che sicuramente hanno più influito nella storia della musica techno e della sua carriera professionale: Berlino e Detroit. Il disco si intitola appunto "Betroit", è composto da 15 tracce ed è un tool micidiale per qualsiasi dj set orientato verso la techno music. L'album spazia tra i suoni originari delle due techno city anche se, a mio parere, la tendenza pende più verso la città europea. Le tracce scorrono tra pezzi più "berlinesi" come "Parameter Lock" o "One True Zero" a bombe avvolgenti come "Non Verbal Drama" e "Defcon". A mio parere il pezzo migliore è sicuramente "Enphasis", un viaggio dritto e spedito verso spazi sconosciuti resi estremamente cosmici dal  synth arpeggiato che mantiene sospeso il climax per tutto il pezzo.  Non sono da dimenticare la "pure detroit"  "Area 1507", unico pezzo "spezzato" dell'album, e "Cruf", un treno di ritmiche martellanti in stile "old school". 
Il disco suona bene, ho segnalato sette tracce su quindici e, tenendo conto che due tracce corrispondono alla intro ed alla outro, posso assicurare che sarà un ottimo acquisto, non per l'ascolto ma, sicuramente, per il ballo. L'unico neo è che il disco, se così possiamo definirlo, sarà disponibile solo in formato digitale o CD. Forse l'album ai più "suonerà" fin troppo "facile": non c'è nulla di così innovativo o sorprendentemente interessante. Ma la domanda è lecita:  "perchè cercare sempre di complicarci la vita??"
Questa volta si balla!


Alessandro Gambo


Tracklist:

01 - Detroit (Intro)
02 - Cruf
03 - Parameter Lock
04 - Non Verbal Drama
05 - Area 1507
06 - Looking Backwards
07 - Nerdvana
08 - Hunch & Guess
09 - Emphasis
10 - One True Zero
11 - Defcon
12 - Ampex
13 - Cryptalk
14 - And What Not
15 - Berlin (Outro)


venerdì 20 settembre 2013

PETAR DUNDOV - Sailing Off The Grid - Music Man Records


Pensando a Petar Dundov la prima parola che viene da associare è solo una: Techno.
 Ammettiamolo: le ottime release pubblicate negli ultimi anni, le quali lo hanno portato ad essere inserito in compilation firmate Tresor, Renaissance, Cocoon e Monique Musique, in combinazione ad importanti date in giro per l’Europa culminate con la presenza quest’estate al Circoloco di Ibiza, hanno irrobustito sempre più il nome del noto artista croato nel panorama techno europeo.
E come spesso ci accade, eccoci qui a parlare di un “colpo di scena”!
Il colpo di scena in questione prende le sembianze questa volta addirittura di un intero album, intitolato "Sailing Off The Grid", composto da otto tracce uscito sulla storica etichetta belga Music Man Records. E di colpo di scena si tratta in quanto di techno, a parte leggerissime sfumature, in questo LP non ce n’è neanche l’ombra.
Il percorso musicale intrapreso in questo "Sailing Off The Grid" si espande verso vere e proprie esplorazioni del sintetizzatore, abbracciando inesorabilmente tutto ciò che è stato il ventennio 70’s - 80’s, dallo space rock psichedelico in chiave Pink Floyd fino alla discomusic al sapore di Giorgio Moroder. Il tutto analizzato e rielaborato secondo il Petar Dundov-pensiero, mixato e dosato in otto parti.
Sedotti e accolti con "Enter The Vortex" in un ipnotico infinito arpeggio che ci proietta quasi in un luogo cosmico ma che sa di passato, ecco che arriva il vero regalo ai nostalgici a cui riaffioreranno davanti agli occhi gli inseguimenti di Miami Vice sulla Ocean Drive ascoltando "Yesterday Is Tomorrow" o "White Spring", dove il basso progressivo e tendente all’acido classico dell’italo disco fa da padrone attorniato da cascate di pad e scintillanti synth.
 Essendo comunque nel 2013, Petar non perde la cognizione del tempo e, ragionando anche in ottica dancefloor, offre eccellenti lavori dal suono più attuale come "Moving" o come la main track "Sailing Off The Grid", tredici minuti di pura e visionaria genialità musicale in costante mutazione. "Spheres" è un prodigioso lavoro ambient assolutamente inaspettato, è la perla dentro la conchiglia, così emozionante che si fatica a descrivere, bisogna soltanto ascoltare, mentre "Sur La Mer Avec Mon Ami" è un tramonto rosso sul mare, è chill out che ti culla mentre leggere note di chitarra creano un’atmosfera malinconica quasi a far capire che siamo vicini alla dirittura d’arrivo dell’album, che si chiude infine con "Cradle", un viaggio sonoro introspettivo composto solo da tre strumenti (basso, piano e pad) dolcemente amalgamati in una melodia dal profumo quasi orientale che ci porta dritti dritti al capolinea.
Che dire, un lavoro impeccabile che un artista può comporre solo se totalmente padrone delle proprie abilità davanti alle macchine ed al sequencer, una vera e propria dimostrazione di musica da chi, come il signor Petar Dundov, per chi avesse ancora qualche dubbio, è un vero musicista, fatto e finito.


Matteo Barile


Tracklist:

1. Enter The Vortex
2. Yesterday Is Tomorrow
3. Moving
4. Spheres
5. White Spring6. Sailing Off The Grid
7. Sur La Mer Avec Mon Ami
8. Cradle 




SOHO - VERONA - Pika Future Club


Bene, saltiamo subito i convenevoli e andiamo dritti al sodo: Discosafari e Tsinoshi Bar si uniscono e, oltre ai loro consueti palinsesti, seguiranno assieme da vicino l'evento Soho, party mensile in quel di Verona molto giovane ma già fortemente attivo nel panorama underground italiano.
Lasciato alle spalle un 2012 ricco di soddisfazioni e guest internazionali eccezionali (Boddika e Ben Ufo, giusto per citarne due), i ragazzi di Soho si presentano alle porte della stagione invernale 2013 con una nuova "casa", il Pika Future Club di Verona, ed una selezione d'artisti che, da sabato 21 settembre in poi, vedrà avvicendarsi nomi del calibro di Session Victim, XXXY, San Soda e Shed.
Un party, mensile, insomma, che guarda alla musica di qualità con la consapevolezza di essere un party fresco, frizzante e, a dispetto della "giovane età", già importante per una città come Verona, viva e desiderosa di novità e movimento.
Il 21 Settembre (ovvero domani) aprirà le danze e la stagione il dj set  del signor Kyle Hall: originario di Detroit, dj e produttore dal talento cristallino, discepolo ed allievo dell'etile musicale della Motor City (Omar S, Rick Wilhite e Mike Huckaby su tutti), pur essendo ancor giovanissimo può già vantare uscite su alcune delle etichette più underground del pianeta (vedi la Planet E di Carl Craig o la mitica etichetta belga R&S). Proprietario dell'etichetta Wild Oats, Kyle è inoltre parte, assieme al compagno FunkinEven, del progetto FunkinEvil.
A spalleggiare l'eclettico artista americano ci saranno inoltre i prodi Queen's Park Revenge e il valido Shinobi aka Omar Contri, resident dalla selecta interessante e dal missaggio facile.
Detto questo, da sabato e per tutta la stagione noi di Discosafari, attraverso gli inviati di Tsinoshi Bar, vi terremo aggiornati e mostreremo che cos'è Soho: reportage, review, qualche foto, video, interviste, podcasts..le possibilità sono infinite, ogni mezzo è lecito per informarvi e mostrarvi quello che di creativo ed originale c'è in un progetto nuovo ma già pronto ad esplodere!
Lasciatevi coinvolgere, fatevi prendere e seguiteci in questa nuova avventura veronese. Please, use the dancefloor!


Andrea Thelonious

giovedì 19 settembre 2013

NOAH PRED - Third Culture - Thoughtless Music

Discosafari - NOAH PRED - Third Culture - Thoughtless Music

In tempi dove ogni cosa passa sotto le lenti d’ingrandimento di coloro che prendono posizione ed esprimono giudizi sulla club culture e sugli artisti, vanno definendosi sempre più le sottilissime linee che dividono i principali interessati in scaglioni immaginari contrastanti l’uno con l’altro: da una parte i dj, dall’altra i produttori, di qua l’old school, di là la tecnologia eccetera eccetera…
Ben pochi però a mio avviso riescono abilmente a star fuori da tutta questa categorizzazione e Noah Pred è uno di questi, uno dei pochi che riesce a fondere in una sola persona tutte queste pseudo categorie.
Un passato travagliato in Canada trascorso a fare musica sin da tenerissima età ed un presente a Berlino con tanto di fondazione di una propria etichetta hanno fatto sì che, ad oggi, il trentaduenne Noah vanti una discografia interminabile con release distribuite in ogni tipo di formato, sotto vari moniker (quali False Image, Shen, Sympath) e sapientemente dosate su numerose ottime label come Trapez, Apparel, Highgrade e la sua Thoughtless Music.
Thoughtless Music appunto, creatura voluta e cresciuta da Noah prima a Toronto ed oggi a Berlino, arriva alla sua uscita numero ottantasei con un album di ben tredici tracce del suo label owner, a quattro anni di distanza dal precedente. 
Un viaggio sempre dal sapore cupo e talvolta malinconico, dub techno né troppo spinta né troppo morbida ma che non disdegna passaggi sexy ed avvolgenti perfetti per il dancefloor da scaldare.
 Anche se l’attenzione si lascia spesso catturare dalle linee di basso incalzanti e molto ben studiate, Noah colpisce per la minuziosità e la delicatezza dei dettagli mandati in secondo piano, dosati alla perfezione per confezionare un album di assoluta qualità, frutto di grande esperienza e maturità acquisita in anni e anni di impegno vero per una passione vera.


Matteo Barile


Tracklist:

01. Unlock (featuring Anne Gallien)
02. No Throws
03. Questions (featuring Deepchild)
04. Crystallography
05. Phantom In A Jar
06. Devil's Quadrant (featuring Marc Deon)
07. Ghostbusser
08. Circles & Circles (featuring Rosina)
09. Third Culture
10. Your Signal (featuring Marc Deon)
11. Ends Unmet
12. All Alone (featuring Rosina)
13. Forever Goodbye





mercoledì 18 settembre 2013

SERGIO PACE - May The Acid Be With You - Old And Young


Torino continua a dimostrarsi terra fertile per la musica elettronica in generale ed in special modo per la techno. Old & Young, progetto tra l'industrial e la techno che trae linfa vitale direttamente dalle pieghe piu nascoste dell'intricato e fervido tessuto del movimento creatosi in anni di feste ed eventi sotto la Mole, nasce dalla necessità di recuperare il gusto "Old" per l'analogico in connubio con la vivacità e la voracità delle giovani leve cittadine, pronte ad esplodere e forti di un knowledge che racchiude quasi una decade di "esperienza sul campo". Forze fresche e vecchi raver uniti sotto un grande, giallo e più che mai sorridente smile, simbolo e simulacro delle sonorità Acid. Questa volta le mani sulla mitica Roland tb-303 ce le mette Sergio Pace, producer torinese con la propensione per il live set già presente nel roster Old & Young fin dal 2011, anno di pubblicazione del suo primo Ep "My First Time". "May the Acid be with You", questo il titolo dell'uscita, è un inno alla acid techno dei primi anni 90. Tutto, dalle melodie intricatissime di " Darth Vader Is Still Alive" alla potenza esplosiva di "Polis Massa Railway", ha come fine unico quello di distruggere dalle fondamenta il dancefloor facendoci fare un salto indietro di ormai quasi 20 anni, in un epoca dove la techno e il suono analogico delle macchine erano fonte d'aggregazione per migliaia di giovani tra rave e feste in fabbriche dismesse. "Star Destroyer" poi è davvero qualcosa che ogni dj dovrebbe avere nella propria borsa: il kick di una Roland 909 apre e chiude una suite di poco più di 6 minuti tanto semplice quanto efficace che, per forza e ruvidità, con il suo synth alle soglie del ipnotismo, non può non rievocare certi Djax Up Beats d'annata. Infine "War is On", traccia d'apertura dell'EP, è incredibile nel suo incedere cadenzato rievocante il primo Plastikman e nello sviluppo - e possiamo dirlo senza allusione alcuna- stupefacente della synth line in 303: sonorità da rave d'altri tempi incastonate nella traccia che meglio rappresenta il messaggio che Old & Young vuole far passare. Mettendo quindi in secondo piano le allusioni all'immaginario della saga di Star Wars (che sicuramente non saranno sfuggite ai più nerd di voi), il lavoro svolto da Sergio Pace è davvero notevole. Dj in ascolto, compratene una copia perché una techno così efficace e fatta "a modo" non esce tutti i giorni: sarà un caso che se lo suona da un mesetto a questa parte anche Ben Klock?

"May the Acid be with You", folks!


Andrea Thelonious


Tracklist:

1 - War Is On
2 - Star Destroyer
3 - Polis Massa Railway
4  Darth Vader Is Still Alive





lunedì 9 settembre 2013

DRUMCELL - Sleep Complex - CLR

Discosafari - DRUMCELL - Sleep Complex - CLR

Moe Espinoza aka "Drumcell"  fondatore della "Droid Recordings" e membro del progetto "Droid Behavior"  ha sempre dimostrato la capacità di esplorare le molte facce della scena techno con release incomparabili ed esperienze sonore già note al pianeta e a tutto il music business.
Nasce a Los Angeles lontano dal glamour e dal glitter "holliwoodiano"  e circola intorno alla scena internazionale noise, punk e industriale avvicinandosi alla scena rave nei primi anni 90.
Emozionato, coinvolto ed entusiasmato da suoni sintetici è diventato uno degli artisti più popolari della scena techno contemporanea caratterizzando i suoi lavori con un completo disprezzo per le limitazioni esplorando e scoprendo mondi analogici e digitali per combinarli in un stile assolutamente personale, crudo ed ipnotico. Sperimentatore e ricercatore di nuove sonorità, Drumcell, ha catturato la mente e l' attenzione di molti dei "fighetti" techno più importanti al mondo e con il suo recente approdo nella famiglia CLR consegna l'album di debutto che chiude il cerchio della sua crescita ed apre un nuovo capitolo della sua storia.
"Sleep Complex" è un concentrato di atmosfere grezze, sporche ed ipnotiche che risale alle radici della prima techno di Detroit. Ogni singolo pezzo dell'album è un sofisticato e complesso paesaggio sonoro, una sperimentazione di sintetizzatori modulari analogici ricco di una varietà di strumenti digitali che vi aprirà le porte della percezione catapultandovi in un reale "sonno complesso".


Tracklist:

01 - Mind
02 - Disturbance
03 - Forgotten Guilt
04 - Behind You
05 - Speak Silence
06 - Rooted Resentment
07 - Fragmenter
08 - Frame Shifter
09 - Dispatch
10 - Empty
11 - Departing Comfort
12 - Wonderback
13 - Context (Bonus Track)


lunedì 2 settembre 2013

VARIOUS ARTISTS - SUB:STANCE 072008 072013 - SUB:STANCE

Discosafari - VARIOUS ARTISTS - SUB:STANCE 072008 072013 - SUB:STANCE

Nel 2008 la scena dubstep era ancora tutta da farsi. O meglio -parliamoci chiaro-, non era sicuramente pensabile organizzare grandi eventi internazionali dove il gotha del genere si riunisse mettendo in mostra il meglio del sound "spezzato". Oggi lo diamo per scontato, all'epoca non lo era per nulla, nei festival così come nei grandi club del circuito europeo. Quando, nel luglio 2008, Paul Rose aka Scuba e Paul Fowler (Spymania Records) bussarono alla porta del Berghain, già all'epoca roccaforte dell'ortodossia house e techno, con un foglio in mano e tante idee per la testa, sicuramente il 90% di noi gli avrebbe detto di bere meno gin, di cambiare aria, che il Berghain non era il locale giusto, non aveva la clientela giusta e che Berlino è grande, "Sai quanti club possono aiutarti?". Tutti, ma non il Berghain. Quel foglio però, sul quale campeggiava a caratteri cubitali la scritta SUB:STANCE, era molto più di un elenco: conteneva una manciata  di artisti, di nomi presi qua e la in giro per l'Europa, il cui unico fil rouge era l'avversione per il quattro quarti unita alla passione per la ricerca di qualcosa di diverso, innovativo, unico. SUB:STANCE al Berghain alla fine si fece. Il primo party fu un vero rischio, ma fu un successo così roboante che lo spot iniziale divenne poi una specie di consuetudine, di rito, che periodicamente si consumava tra le mura della roccaforte del quattro quarti berlinese, evolvendosi ogni volta e abbracciando in modo diverso prima la dubstep in senso stretto e poi la Bass Music. Nomi come Shackleton, Pearson Sound, Gilles Peterson, Mount Kimbie, Martyn, DeadBeat, oggi consuetudine nei migliori festival ed eventi europei, sono tutti passati in tempi non sospetti dal Berghain grazie a SUB:STANCE, splendida creatura che proprio in questo periodo estivo compie 5 anni. "SUB:STANCE 072008 072013" celebra questo lustro di feste e di crescita musicale riunendo in se gli artisti che più hanno rappresentato lo spirito del party, riportando certamente non completamente la poliedricità della festa, che ha cambiato veste e sonorità praticamente ad ogni occasione, ma rappresentando quello che è stato il fulcro sonoro e, perché no?, preannunciando quello che sarà, per la prossima stagione, l'esperienza SUB:STANCE. Appleblim, Addison Groove, John Osborn e Martyn, oltre ad essere alcuni dei nomi più interessanti degli ultimi 3 anni, rappresentano, in questa sorta di piccola compilation, il passato ed il futuro del progetto, accompagnati dal mentore Scuba, qui presente addirittura "in duplice copia" anche con il suo storico moniker SCB. Che dire di più? Se non potete proprio venire al Berghain per la prossima stagione, dare un ascolto a "SUB:STANCE 072008 072013"  è sicuramente il modo migliore di partecipare ai festeggiamenti per il lustro di vita d'un progetto che, nato innovativo, siamo certi che non finirà di stupirci nemmeno per i prossimi 5 anni.


Andrea Thelonious


Tracklist:

A   - Appleblim - Darkest Red
B1 - SCB - Closer
B2  - Addison Groove - Forgiven
C1  - Trevino - Tracer
C2  - Scuba - August
D1 - John Osborn - All Night Long
D2 - Martyn - Memory Hole